Entropia (poesia introspettiva)
queste sue particolari poesie
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Docile innamoramento
Immerso nella solitudine
del tuo disordine
mi ricopro di germogli in fiore
mostrando visioni repentine
Sfiorano fusioni sulla pelle tua di velluto
in solenni manie d’intense passioni
che sciogli nell’acqua evanescente
Traspare l’esigenza sul viso la parola amore
davanti all’evidenza delle mie eteree escursioni
Fatale ti assale l’attenzione che agita
e invade l’anima dal tuo disinganno
Fiele masticato, sputato, parapiglia svuotato
soppresso e dimenticato
Ora la quiete domina serena
nel nostro docile innamoramento.
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E tu
Bella sospesa nel pensiero
del tuo labirinto
scivoli d’istinto tra luce e ombra
sospesa tra mille sorrisi
con le mani sui fianchi di latte la pelle
accosti leggera la lingua sul miele
e tu con estro maldestro trafughi
in dolci melodie le nostre porzioni d’amore
stupisci ma non capisci quando regali
sequenze artistiche
ti vesti ma non resti coperta di schiuma
di mare scivoli leggiadra tra trine e seta
che disegnano i tuoi percorsi vissuti
in un batticuore tra le fauci
della benevole pantera, ti vesti
ma non ci riesci il balocco sono io
che vorresti manichino per il tuo giochino,
prendi di mano il libro su di me
mentre il tuo piacere indolente ignora
l’ombra di ogni promessa
con abile mossa rovesci i tarli della coscienza
e tu disincantata ti chini di schiena golosa
di rosso ciliegia, addolcisci le labbra
nel socchiuso pensiero intanto che corri
sul tappeto del bosco ti vesti di foglie
bagnate d’amore.
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13 anni
Nel tepore mattutino
spalancavo l’arco del cielo
e di fionda ammiravo
l’arcano falco a redimere
l’umile colomba.
Al ricordo terrestre
di acqua gelida di fonte
dei polsi forti delle spose spensierate
a menar panni dei loro uomini e piccini
all’ombra dell’intrisa pietra.
Dei robusti castagni e felci della capanna
dei miei giochi tra ricci e cento biglie
belanti di liquirizia nera sparse
tra sassi e terra bianca
dalla polverosa corriera.
Fino verso sera stanco penzolavo
alla mano materna che tagliava
la mia fame di cioccolata sul pane
nell’attesa che il sole lasciasse il cielo
alla luna azzurra dei miei 13 anni.
(ricordi d’infanzia)
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Metamorfosi
Ti vivo nel sogno reale
nel madido risveglio
del temporaneo letargo,
e cucio la parte mancante di te
alla mia lingua ciondolante
che brama l’aluente seta
della tua pelle nella caligine
dorata delle tue mammelle,
e traccio sbavature di schiuma
sul nastro ambrato del tuo corpo
effluvio di muschio e menta,
libero il veleno alle radici delle tue vene
al dolce nettare immerso nel tuo palato.
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L’usignolo
Scavalco le cime delle colline violate
planando nella canfora
di ginepro all’eco del piombo
che cheta la vita.
Sbeccuccio il piumaggio
sulla giostra del girasole
e plasmo il mondo in trasparenze
celesti tra la nuda foglia posta di traverso
nell’albero oscillante del mio esile corpo
annidato nel cielo fertile
della mia irreversibile libertà
Nell’attesa che il mio canto allegro
ritrovi il riflesso dell’universo.
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Senza retorica
Mani nascoste di maschere
sulle punte del cuore
e nelle tese dei cappelli
all’inchini invitanti di notti flemmatiche
d’ignudi pensieri taglienti
nella ridda cortigiana della vita
Alle dita macchiate di merda
su olezzanti garofani bianchi
di prestanti bocche di baci rincuoranti
al gusto raffinato
Di salse piccanti d’ogni razza
al sole sfuggente di smarrite anime pagane.
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La buona notte
Scoccano le braci nelle esose
ore stanche del manto stellato
Affiora pesante la piega
uggiosa nelle ossa provate
nell’alto vedere
L’asola tende la sua lenta chiusura
mentre la presenza distesa
della sua nudità
accende il sommo piacere
nel tepore accarezzevole
della sua farina calda.
Alla fame indispensabile del suo pane.
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Universo
Se l’infinito è universo
io trovo spazio
nel mio palmo della mano
a lucenti galassie di vera bellezza
La dove la forza gravitazionale
è vortice che risucchia
il tormentato battito che vive in noi
cancellando piacevolmente
le spine ammorbidite
dall’umida terra spalancata
all’aperta finestra
Dove i raggi di sole penetrano
nel mio universo emozionale.
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Incompiuta
E’ un cielo implacabile
di stelle di vetro
che afferrano con gelide mani
l’eterna promessa dell’ultimo tepore
Confuso nell’agro inganno
proteggo l’anima tra gomitoli di lana
Mentre svanisce tra le profonde ferite
la nuda scia di una storia incompiuta.